Hai mai pensato a quanti dati personali vengono elaborati ogni volta che si partecipa a un torneo online o si accede a un videogioco competitivo?
Nell’universo sempre più connesso del gaming e degli e-sports, il trattamento dei dati personali non è solo una questione tecnica, ma una responsabilità legale e strategica che ogni azienda del settore deve affrontare.
Il GDPR, Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali, impone regole chiare e rigorose per la raccolta, l’uso e la conservazione delle informazioni degli utenti, molti dei quali sono giovani o giovanissimi. E proprio per questa fascia d’età, la normativa richiede il massimo livello di attenzione: il consenso al trattamento dei dati deve essere libero, specifico, informato e inequivocabile. Non basta spuntare una casella, serve trasparenza e tracciabilità. Nel caso di utenti minorenni, la questione si fa ancora più delicata. Il consenso autonomo è generalmente valido dai 16 anni in su, ma ogni Stato membro può adottare una soglia diversa. Per tutti gli utenti più giovani, è obbligatorio il coinvolgimento attivo dei tutori legali. Le piattaforme devono quindi essere in grado di gestire correttamente questo aspetto, soprattutto quando si rivolgono a un pubblico giovane. Anche i diritti degli utenti devono essere garantiti in modo concreto: ogni giocatore ha il diritto di sapere quali dati vengono raccolti, di accedere, rettificare, cancellare e trasferire le proprie informazioni. E quando i dati vengono archiviati su server esterni, specialmente extra-UE, è necessario adottare misure adeguate per mantenere il livello di protezione richiesto dalla normativa europea.
Senza queste tutele, le aziende rischiano sanzioni, perdita di fiducia e danni reputazionali. Adeguarsi al GDPR non è solo una precauzione legale, ma una leva competitiva. Essere conformi permette di accedere più facilmente a programmi europei come Horizon Europe o Europa Creativa, che sostengono lo sviluppo del settore videoludico con fondi e incentivi mirati.
Chi rispetta la normativa ha più possibilità di crescere, innovare e collaborare con partner istituzionali. Nel mondo del gaming e degli e-sports, la compliance al GDPR è una partita da vincere.
Non basta avere un buon gioco, serve anche una solida strategia legale.